Il facility italiano si propone come chiave di volta per lo sviluppo di tre asset strategici del paese: Beni Culturali, Rigenerazione urbana e Innovazione tecnologica del mondo dei servizi.
I lavori che si sono svolti nell’ambito dei due giorni di LiFE 2016, la seconda edizione del Labour Intensive Facility Event svoltosi a Milano il 10 e 11 novembre scorso, promosso dall’ANIP (Associazione Nazionale Imprese di Pulizia e Servizi Integrati), aderente a Confindustria – hanno messo a fuoco le grandi potenzialità che il facility management italiano (2,5 milioni di occupati e 135 miliardi di euro di fatturato potenziale) può portare per il futuro dell’Italia, attraverso un fitto programma di appuntamenti e momenti di confronto su diversi argomenti.
Photogallery LiFE 2016
“Dalla prima edizione del 2015 al LiFE di quest’anno – commenta il presidente di ANIP, Lorenzo Mattioli – abbiamo fatto un grande salto di qualità. Dall’importante e inedito dibattito sul tema dell’identità della rappresentanza del nostro settore, che abbiamo stimolato lo scorso anno, siamo arrivati, con LiFE 2016 ad elaborare una piattaforma organica di proposte che rilancia il facility italiano come soggetto politico di una nuova stagione industriale del Paese”.
Un settore che sta acquisendo una importante rilevanza anche a livello mondiale, ha sottolineato Andreas Lill, Direttore della Federazione europea delle imprese di pulizia (FENI/EFCI), dove sta diventando sempre più importante e necessario “continuare a far fronte comune per avere una rappresentanza forte – ha dichiarato Lill – soprattutto in quei paesi, come l’Italia caratterizzata da una diffusa presenza di piccole e medie imprese, diverse delle quali stanno rischiando di uscire dal mercato”.
Tema della rappresentanza che è stato anche ripreso da Pierangelo Albini, Direttore area lavoro e welfare Confindustria. “Oggi ci sono segni evidenti di un cambiamento profondo – ha detto Albini – se prima Confindustria associava prevalentemente aziende manifatturiere, oggi metà degli associati, invece, rientra nel settore dei servizi. Eventi come Life facilitano il dialogo e il confronto tra comparti differenti che devono essere tutti riuniti in una organizzazione di rappresentanza”.
Nel corso della prima giornata, moderato dal giornalista Fabio Savelli del Corriere della Sera, le tre tematiche di fondo della manifestazione sono state al centro dei “table&speech” che, anche quest’anno, hanno catalizzato l’attenzione la partecipazione degli oltre 200 imprenditori intervenuti all’evento oltre ai rappresentanti delle istituzioni, della politica, del mondo accademico e dei diversi stakeholder del settore. Tavoli di confronto che hanno registrato il tutto esaurito, animati da un dibattito vivace che ha permesso di approfondire non solo i trend e le caratteristiche strutturali dei mondi posti sotto osservazione, ma anche le istanze, le attese e le prospettive delle imprese del facility italiano.
Rigenerazione urbana
In primo piano, il facility management e la rigenerazione urbana, tema che sta assumendo una centralità crescente nel dibattito politico italiano perché stiamo entrando in una nuova era contraddistinta da un cambiamento di prospettiva caratterizzata dal concetto di “manutenzione della casa comune” come valore anche spirituale che lo stesso citato Papa Francesco ha dichiarato nella sua enciclica “Laudato sii”.
Una tendenza che travalica i criteri dell’architettura tradizionale e mette in primo piano il cittadino con le sue esigenze complesse che sono cambiate nel corso degli anni. L’utente-cittadino si è aperto a nuove strutture che prevedono spazi di condivisione a basso impatto ambientale. “Abitare oggi non è riferito soltanto alla casa in senso stretto – ha commentato Nicola Di Battista, Direttore della Rivista Domus, media partner di LiFE 2016 – ma anche alle città, perché sia nel pubblico che nel privato l’architettura deve realizzare opere che prima di tutto facciano stare bene il cittadino. Siamo in un momento storico in cui le aziende devono partecipare a una ricostruzione del Paese con modalità di più ampio respiro”. Il recente terremoto ha dimostrato quanto l’Italia sia fragile da un punto di vista urbanistico “Su 12 milioni di edifici – ha detto l’Architetto Leopoldo Freyrie, nel suo intervento – la metà si trova in zone sismiche. L’architettura deve cambiare il modo di pensare coniugando progetti e servizi per le persone”.
I beni culturali e il facility
In questo processo di rigenerazione urbana si colloca anche la gestione e la valorizzazione dei beni culturali presenti nel nostro Paese. “L’Italia è il primo posto nella classifica mondiale per la presenza di siti patrimonio dell’umanità (51) per un totale di 2.1 milioni di metri quadrati di superficie, ha sostenuto Silvano Curcio, Direttore di Terotec. Dati che però non rispecchiano le potenzialità del Paese stesso: sommando, infatti, i visitatori dei primi 15 musei italiani raggiungiamo il numero di quelli che hanno visitato il solo Louvre. “Nel panorama europeo il Rac (l’indice che analizza il ritorno economico degli asset culturali) in Italia si assesta a 100, a differenza della Gran Bretagna dove si tocca il 333”. “E Siamo noi più di altri – ha commentato Lorenzo Mattioli – in pole position per favorire il rilancio dell’industria turistico – culturale attraverso una nuova, moderna, efficace ed efficiente gestione dei beni culturali”.
Verso il facility 4.0
L’Italia, quindi, necessita di uno slancio che deve arrivare anche dall’industria “Il governo ha un piano da 13 miliardi di euro come incentivi per le aziende 4.0 – ha affermato Marco Calabrò della direzione generale del Ministero per lo sviluppo economico – e ci apprestiamo a passare l’epoca della quarta rivoluzione industriale caratterizzata dall’interconnessione e dall’abbattimento della divisione tra i vari settori. Il nostro impegno è quello di favorire questo salto tecnologico con azioni orizzontali e non settoriali”. Come ha detto Markus Asch Ceo di Kärcher, leader mondiale nella produzione di tecnologie per la pulizia: “con 30 milioni di acquisti annui di macchinari per la pulizia, la tecnologia per noi rappresenta l’aspetto principale. La robotica ha cambiato tutti gli scenari e l’avvento della quarta rivoluzione industriale, appunto, vedrà una maggiore connessione tra macchina e uomo laddove quest’ultimo non riesce ad arrivare”.
Al via la nuova federazione dei Servizi Industriali di Confindustria
Nella seconda giornata dei lavori di LiFE 2016, animata e coordinata dal noto giornalista di Radio24 – Il Sole 24 Ore, Oscar Giannino, protagonista è stato il racconto della nascita della Federazione dei Servizi Industriali di Confindustria. Il progetto per la costituzione di una rappresentanza unitaria del settore del “facility management”, prosegue così il suo percorso, anche dal punto di vista formale: ANIP e ASSOSISTEMA hanno firmato il primo protocollo d’intesa per dar vita a una federazione dei servizi all’interno del mondo confindustriale in grado di compattare, per la prima volta, la rappresentanza del settore. Oggi diventano compagni di strada ANIP, ASSOSISTEMA, UNIFERR e ANID: il confronto sul palco di LIFE è stato, anche in questo caso, serrato e costruttivo.
Una convergenza unitaria nel settore dei servizi riassunta efficacemente nel claim del video di presentazione che ha aperto i lavori: “Se vuoi andare veloce vai da solo. Se vuoi andare lontano vai insieme.”
Nelle parole conclusive della tavola rotonda, in cui erano presenti i Presidenti di ANIP, ASSOSISTEMA, UNIFERR e un rappresentante di ANID, Lorenzo Mattioli, Presidente di Anip ha voluto sottolineare come Confindustria Servizi “È un progetto al quale teniamo molto, quindi dobbiamo fare uno sforzo cedendo un po’ di sovranità per cercare di recuperare un gap. Oggi dobbiamo invece voltare pagina: stiamo lavorando allo statuto della nuova Confederazione e ci impegniamo fortemente a raggiungere obiettivi comuni”.
Il supporto convinto al progetto della Confederazione è arrivato anche da Confindustria attraverso le parole di Alvise Biffi, Vice Presidente Piccola Industria – Confindustria: “Questa nuovo soggetto deve marciare spedito, perché il mercato non aspetta. E’ indispensabile una nuova interlocuzione forte con la politica che rappresenti in maniera unitaria gli interessi del settore. E’ un percorso che deve partire dal basso: dobbiamo parlare alla pancia dei nostri imprenditori anche sviluppando modelli innovati di business che anticipino il mercato stesso”.
La nuova legge appalti e la NASpI
Altri due argomenti “caldi” e di stretta attualità che hanno focalizzato la seconda giornata dei lavori di LiFE sono stati La nuova legge appalti e la tassa sul licenziamento (NASpI). A proposito di appalti, è toccato ad Oscar Giannino introdurre il tema forte della trasparenza, in un faccia a faccia “fuori programma” tra Lorenzo Mattioli e Michele Corradino, consigliere di ANAC. Prendendo spunto dal suo libro “E’ normale … lo fanno tutti” (Chiarelettere), il Consigliere ANAC ha ribadito la necessità di partecipare al processo di riforma della spesa pubblica, promosso dalla nuova legge sugli appalti, in un percorso che coinvolga pubblico e privato. L’ANAC, promossa a “best practice” internazionale contro la corruzione dall’OCSE e impegnata nella redazione delle “linee guida” di applicazione della nuova normativa, “proseguirà anche dopo l’emanazione della normativa nel percorso di accompagnamento verso una moralizzazione del mondo degli appalti – ha sottolineato Corradino – E’ una sfida del Paese che vede tutti coinvolti, e l’ANAC è determinata ad andare avanti su questa strada”.
Da ultimo l’attesissimo dibattito sulla NASpI, la “tassa sul licenziamento” introdotta dalla legge 92 del 2012 (Fornero – Monti): il Responsabile Economico del Partito Democratico Filippo Taddei, intervenuto alla presentazione, a cura della Fondazione EYU, dei risultati della ricerca condotta dal professor Roberto Leombruni dell’Università di Torino, in partnership con ANIP, sugli effetti che potrebbe avere a livello politico, sociale ed economico l’applicazione della “tassa sul licenziamento”, visto il periodo “caldo” preparatorio della legge di stabilità 2017 ha voluto tranquillizzare la platea: “siamo ben consapevoli che la NASpI, nel caso di cambio appalto, sia iniqua in quanto i lavoratori non perdono il posto di lavoro. Adesso si tratta solo di individuare l’iter normativo più adeguato per arrivare all’obiettivo. Ma voglio sgomberare il campo da qualsiasi equivoco: la NASpI non sarà applicata a situazioni collegate al cambio appalto.” “Finalmente – ha dichiarato Mattioli – registro una maggiore consapevolezza verso questo tema e un impegno politico deciso ad archiviare definitivamente una norma assurda contro cui ANIP si sta battendo da anni”.
La conclusione della “due giorni” milanese del facility italiano è stata affidata alla sessione finale del 1º corso di formazione, dedicato al nuovo codice degli appalti, attivato dalla neonata ANIP School – la scuola di formazione manageriale organizzata dall’Associazione.
La Lectio magistralis “Dal nuovo Codice dei contratti pubblici alla semplificazione dell’Italia”, tenuta da Pierluigi Mantini, membro del Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa e della Commissione del Governo e ANAC per il nuovo codice appalti, insieme all’avv. Sergio Grillo, dello Studio Legale Lipani Catricalà & Partners e all’avv. Luca Perfetti, Partner Studio BonelliErede e docente all’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, ha offerto la preziosa opportunità di aggiornare gli imprenditori sull’importante lavoro di redazione dei regolamenti attuativi del nuovo codice degli appalti che sta portando avanti l’ANAC, disegnando i contenuti di una norma destinata a rivoluzionare i meccanismi della spesa pubblica.
La charity dinner per UNICEF Italia
Ma LiFE non è stata solo occasione di confronto e discussione intorno al business dei servizi industriali. Ha avuto anche un momento dai forti contenuti etici ed emotivi, durante la Serata di Gala Organizzata per i 70 anni di UNICEF, presso il Four Seasons hotel di Milano dove la solidarietà è stata protagonista attraverso l’esibizione dell’Orquestra de Instrumentos Reciclados de Cateura, composta da 15 bambini del Paraguay che, dalle discariche di Asunción dove vivono, sono arrivati nel cuore di Milano per raccontare la loro storia attraverso un piccolo concerto musicale con strumenti realizzati da loro stessi con materiale di riciclo. Un momento toccante, di solidarietà, che ha coinvolto gli intervenuti celebrando nel migliore dei modi il grande progetto del “Club Capitani Coraggiosi”, nato dall’alleanza tra UNICEF e Confindustria promossa dal vicepresidente confederale Alberto Baban, per consentire agli imprenditori di dare il proprio contributo per alleviare la sorte dell’infanzia più indigente. “Quando l’UNICEF chiede aiuto, la risposta delle aziende è sempre immediata – ha dichiarato Paolo Rozera, Direttore Generale UNICEF Italia, intervenuto alla cena insieme a Francesco Ambrogetti, Fundraising and Marketing Director UNICEF – L’incontro tra UNICEF e il ‘Club Capitani Coraggiosi’ ci ha permesso di creare un club per gli imprenditori che potranno decidere di assumersi l’impegno concreto di dare ad ogni bambino la possibilità di sopravvivere e di crescere sano”. Perché la solidarietà deve diventare una parte importante del nostro “essere imprenditori – ha dichiarato Lorenzo Mattioli – e dopo l’intensa esperienza vissuta questa sera Anip continuerà a lavorare con le aziende associate e con gli imprenditori per rafforzare il “Club Capitani Coraggiosi” raccogliendo la sfida di ascoltare, aiutare, accogliere coloro che non hanno avuto dalla vita la nostra stessa fortuna” (per aderire: http://www.associazione-anip.it/2016/09/08/una-importante-iniziativa-di-solidarieta-anip-nel-club-capitani-coraggiosi-di-confindustria-e-unicef/).
Finale inedito per un evento imprenditoriale che ha voluto dare un senso forte al “LiFE della proposta” come l’ha definito il presidente Mattioli, rilanciando un confronto tra imprenditori, politica e istituzioni che porterà a LiFE 2017.