Sviluppo associativo e nuove alleanze per ANIP
L’adesione diretta Confindustria e LIFE quali passaggi cruciali del nuovo corso di ANIP. Il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, lo snodo delle relazioni sindacali e del rapporto con la politica e le istituzioni. Superare la politica dell’emergenza per pianificare lo sviluppo del nostro comparto. Un nuovo sistema di alleanze strategico per costruire una diversa rappresentanza del mondo dei servizi che superi il monopolio del manifatturiero.
D. Il 2015 è stato un anno di svolta per l’ANIP: prima il salto verso l’adesione diretta a Confindustria, poi la riorganizzazione associativa e infine LIFE. Sono state a suo avviso scelte vincenti? Quali valutazioni esprime oggi, guardando a ritroso questo percorso?
R. L’adesione diretta al sistema confindustriale è stata una scelta certamente complessa, ma operata all’interno di una logica più ampia, cioè quella di una diversa e migliore valorizzazione e visibilità del settore. FISE, che è stata la federazione alla quale appartenevamo, non riusciva a metterci nelle condizioni di poter avere una visibilità e importanza adeguata al peso economico e sociale che il nostro settore stava assumendo e, per questo, è stata una scelta obbligata quella di intraprendere un percorso autonomo. I risultati di oggi confermano quanto sia stata una scelta giusta anche se ovviamente da sola non bastava per raggiungere il risultato: va dato merito al nostro Consiglio di aver individuato un percorso vincente, orientato a creare situazioni di sinergia e collaborazione con altre associazioni merceologiche omogenee alla nostra per iniziare, finalmente, a valorizzare meglio e in maniera più decisa il mondo dei servizi.
D. In questo percorso, LIFE è stata una tappa importante, secondo lei?
R. Certamente, LIFE è stato un momento straordinariamente importante per due ordini di motivi. Intanto per i contenuti, perché oggettivamente gli argomenti affrontati, data la loro attualità e importanza, erano i temi chiave del momento che dovevamo mettere al centro di un dibattito più ampio con le istituzioni e la politica, come abbiamo fatto. Temi urgenti, perché non abbiamo parlato solo di aspetti positivi ma anche di emergenze e criticità che ieri, come ancora oggi, ci troviamo di fronte del nostro lavoro quotidiano. E poi, il secondo aspetto rilevante di LIFE è stato il livello del panel dei relatori, degli ospiti e dei conduttori non solo in sé molto elevato ma, per il nostro settore, straordinariamente importante visto che in passato non si era mai riusciti a coinvolgere opinion leader capaci di far conoscere al vasto mondo dell’opinione pubblica le istanze e la realtà del nostro comparto. Un bel risultato del grande lavoro portato avanti dal presidente Mattioli e dagli organizzatori ma anche, ritengo, un segnale chiaro sul cambio di passo che sta vivendo il nostro settore di cui ho parlato prima, che ha trovato in LIFE un momento fondativo, ma anche di verifica, molto importante.
D. Con la svolta dello scorso anno ANIP ha cambiato non solo “casa” ma anche struttura e organizzazione associativa. Quali sono a suo avviso i punti su cui bisogna lavorare prioritariamente per lo sviluppo di ANIP?
R. Nell’immediato, abbiamo il grande tema del rinnovo del contratto nazionale di lavoro, una argomento sul quale il presidente Mattioli ha affidato alla commissione sindacale che mi onoro di coordinare una delega specifica, e che rappresenta certamente una priorità. In ballo non c’è solo il confronto sindacale sul rinnovo del contratto nazionale, ma anche tutte le questioni riguardanti le relazioni industriali. E non sono poche, dato che ci troviamo di fronte, anche in questo ambito, molte nuove normative che il Parlamento continua a produrre, senza conoscere il nostro settore specifico e quindi, purtroppo, a volte anche improprie. Una politica approssimativa che continua a far vivere nell’emergenza un tema delicato e cruciale per la nostra attività quale la normativa sul lavoro.
D. La difficoltà di presentare al mondo della politica e delle istituzioni le nostre specificità e peculiarità, un tema che ritorna …
R. Sì, una questione antica che certamente non possiamo pretendere di risolvere in qualche mese ma sulla quale dobbiamo assolutamente intervenire con determinazione tanto più oggi, di fronte a una politica ed a un governo che sembrano determinati a cambiare le regole del Paese. Atteggiamento positivo, ma che ci mette nella condizione urgente di continuare l’opera di far conoscere le nostre peculiarità, le nostre caratteristiche di comparto, al legislatore ed a chi nelle istituzioni si occupa poi di scrivere le norme e le regole. La speranza, e l’auspicio, è che si riesca a concludere rapidamente la fase di emergenza per avviare davvero quel lavoro di pianificazione indispensabile per costruire la prospettiva ad un comparto che rappresenta un asset strategico per tutto il Paese, vista la sua importanza ed il suo peso non solo economico ma anche sociale, considerato il numero di persone che occupa e la forte incidenza che assume in alcuni ambiti specifici quali l’impiego femminile, l’inserimento lavorativo di extracomunitari, e così via
D. Concentrandoci, infine, sullo sviluppo associativo, quali strade ritiene si debbano percorrere per migliorare la crescita del ruolo e della capacità di rappresentanza dell’ANIP? L’aumento delle imprese associate? Lo sviluppo di alleanze con altre associazioni imprenditoriali di settori contigui in vista della costituzione di una Federazione del settore dei servizi all’interno di Confindustria?
R. Entrambe le cose. Certamente lo sviluppo associativo rappresenta una priorità e deve continuare a crescere, soprattutto perché stiamo facendo molto per il nostro settore e lo stiamo facendo anche per le imprese non associate. Ma è giusto che anche gli sforzi, e non solo i successi, si debbano condividere con tutti coloro che beneficiano dell’azione dell’associazione dal punto di vista del contesto di mercato. Questo è un po’ il nostro problema, sul quale dobbiamo assolutamente lavorare. L’altro aspetto, delle alleanze strategiche con altre associazioni imprenditoriali di settori contigui al nostro, diventa oggi tanto più fondamentale in quanto, ora che siamo direttamente collegati a Confindustria, dobbiamo far valere, anche a livello di rappresentanza, il primato economico e sociale che il mondo dei servizi ha conquistato sul manifatturiero. Nonostante i numeri del mercato siano dalla parte nostra, Confindustria, così come il resto del Paese, continua a rappresentare e identificare il mondo industriale con la manifattura, semplicemente perché il comparto dei servizi è ancora estremamente parcellizzato, frazionato e quindi incapace di rivendicare un nuovo ruolo e una nuova funzione. Per questo diventano indispensabili, e strategiche, le sinergie da costruire con le altre associazioni imprenditoriali vicine a noi per fare emergere quella massa critica necessaria ad imporre un diverso modo, più adeguato, di rappresentarci.