Il presidente nazionale di ANIP – Confindustria Lorenzo Mattioli è intervenuto sulla vicenda Consip per ribadire la necessità di migliorare un sistema non ancora maturo, ma che può rappresentare una strada da intraprendere nonostante le note vicende giudiziarie ne stiano minando il percorso. «La nostra associazione è concentrata nell’amplificare il ‘valore’ e i ‘valori’ di un settore in forte crescita come è quello del Facility Management. Per questo siamo preoccupati di come i comportamenti di pochi possano azzerare la credibilità dei molti. – commenta il Presidente Mattioli, che prosegue – Il Facility management vale, in Europa 73.925 miliardi con una crescita media annua del fatturato pari 9,35% negli ultimi 24 anni. Altra misura altro dato, quello degli impiegati. Nel 2014, l’industria dei servizi di pulizia contava oltre 3,39 milioni di occupati, in crescita del 2%. E’ su questi dati che vogliamo concentrarci e consolidare la nostra azione. È su questi numeri che si basa la convinzione che vi sia spazio di mercato per gli operatori di tutta la filiera, non solo industriale, con innegabili vantaggi sull’economia del Paese e sulla qualità della vita di tutti noi, in veste di cittadini o di fruitori di spazi, sia pubblici sia privati. Non intendo entrare nel merito della vicenda Consip che si dipana in ambito giudiziario, nè in quello dei rilievi spettanti all’Anac ed al Garante della concorrenza, ma come rappresentante delle aziende di settore associate a Confindustria – continua Mattioli – ritengo doveroso rimarcare la necessità di non abbandonare quanto di buono è stato fatto dalle imprese dei servizi per offrire al sistema Paese una prospettiva di concreta razionalizzazione della spesa pubblica, senza mai dimenticare l’aspetto sociale che il nostro comparto incarna per vocazione, anzi per missione istituzionale. Purché il tutto sia garantito dalla legislazione e da un codice etico: entrambi ancora da scrivere compiutamente. Ci sentiamo sicuramene chiamati in causa come rappresentanti del settore – conclude il Presidente ANIP – in questa storia dagli aspetti ancora opachi, ma rivendichiamo il nostro meticoloso e responsabile lavoro associativo avendo allargato il nostro sguardo all’Europa, perché è proprio a quel contesto che noi vorremmo guardare traendone ispirazione.»
E’ stata da poco pubblicata la Guida europea per selezionare il ‘miglior valore’ per le organizzazioni pubbliche e private che aggiudicano contratti per servizi di pulizia, un lavoro che ANIP ha compiuto insieme alle imprese di venti paesi (FENI) sotto l’egida della Commissione Europea e delle unioni sindacali. Un compendio rivolto principalmente ad assistere il committente nella procedura di appalto sottolineando i vantaggi nello scegliere servizi di qualità.»
«Con questa guida – spiega Mattioli – le parti sociali vogliono aiutare a capire il modo per includere e misurare qualità e aspetti sociali nelle procedure di appalto. Per chiarire meglio: mentre la qualità dei servizi di pulizia è determinata dal pregio tecnico e dalla capacità professionale, gli aspetti sociali riguardano il rispetto dei contratti e di buone condizioni di lavoro. Qualità e aspetti sociali rappresentano due elementi che se non presi in considerazione favoriscono la concorrenza sleale e il dumping sociale dei lavoratori. I servizi di pulizia – spiega il Presidente ANIP – rientrano tra quei processi ad alta intensità di manodopera, traducendosi in circa l’85% dei costi, motivo per cui viene evidenziato che aggiudicare contratti esclusivamente in base a prezzi e costi ha come conseguenza quella di avere più problemi nell’ottenere qualità oltre all’aumento di pratiche scorrette. La vicenda Consip che in queste periodo torna a campeggiare nelle cronache nazionali deve perciò indurci ad una riflessione seria su contratti e appalti pubblici nel nostro Paese, al netto di speculazioni politiche e dei mal di pancia verso un sistema, quello realizzato intorno alla centrale acquisti della Pa, di cui non possiamo negare aspetti innovativi, ma sui cui effetti pare non vi sia voglia di approfondire. Nella requisitoria di inizio anno, la Corte dei Conti sottolineava la crescita della spesa mediata da Consip, ribadendo che molto avveniva in prevalenza ’extra Consip’. Noi riteniamo interessante che oggi le stazioni appaltanti siano 300 a fronte delle 30mila del passato. Il sistema non è ancora maturo, va perfezionato, ma pensiamo che le questioni giudiziarie che si trascinano da mesi stiano in qualche modo prestando il fianco a troppi detrattori, o a quanti hanno interesse a sabotare un sistema prima ancora di poterne valutare la reale efficienza».