Nella prima edizione di LiFE avevamo una priorità su tutte: dare IDENTITÀ e DIGNITÀ ad un settore di grande importanza per il Paese, riflettere e spiegare cosa siamo, delineare il nostro ritratto per renderci riconoscibili non solo al mondo degli operatori economici, ma anche in rapporto all’opinione pubblica, uscendo dalla rete associativa per presentarci a tutti quei cittadini che, non per loro colpa, ignorano quanto sia importante l’industria dei servizi nel nostro Paese.
Ora, nel secondo appuntamento del Labour Intensive Facility Event -, pur consapevoli della necessità di lavorare sodo per farci largo e posizionarci nel mercato comunicando sempre più la nostra filosofia,abbiamo compiuto un grande salto di qualità. Vogliamo dire alle istituzioni, alle imprese non solo del nostro comparto, alle rappresentanze sindacali e datoriali, quali siano le nostre capacità, i nostri obiettivi, e come il mondo del Facility possa rappresentare, ai tempi della quarta rivoluzione industriale, una leva di sviluppo trasversale e , mi verrebbe da dire “multidisciplinare”, in grado di confrontarsi con spazi ben più ampi di quelli di un immobile, da gestire dopo l’aggiudicazione di un appalto per il cleaning.
In un mercato sempre più dinamico e complesso, l’impresa dei servizi oggi guarda alla città, alla sua riqualificazione e cura. Vuole porsi al servizio dei Beni Culturali per la loro valorizzazione e investire nei nuovi saperi che consentiranno ai lavoratori un enorme salto professionale, al pari di quanto dovranno fare i responsabili di tante aziende, i cui processi gestionali andranno ripensati. In questo preciso momento storico il Facility – che rimarrà un settore Labour intensive nonostante l’apporto tecnologico. Vuole far uscire il Paese dalla patologia delle gare al massimo ribasso, offrire servizi di qualità e far sentire queste esigenze alle istituzioni, agli enti pubblici, contribuendo alla riscrittura di regole certe, eque e che tengano lontani tutti quei soggetti che operano scorrettamente, drogando il mercato. Penso che ANIP, attraverso LIFE, abbia avuto il merito di costruire una nuova identità al mondo dei servizi, con un approccio basato sul confronto, non solo interno, ma aperto ad una lettura della reali dinamiche economiche e sociali dell’Italia. Senza dimenticare come la nostra dimensione di imprese che operano anche a livello internazionale renda costante e fruttuoso il rapporto con i nostri omologhi a livello europeo. Siamo un’Associazione di grandi imprese, dove tante donne e uomini lavorano per la collettività giorno e notte. Il nostro è un lavoro spesso invisibile e anche se non si può vedere quotidianamente, ne beneficiano tutti, senza che se ne abbia consapevolezza.
LIFE 2016 vuole ribadire il nostro valore, scandagliando quale sia il senso dei «servizi per la vita». Servizi che da elemento accessorio del “prodotto” diventano attori primari e decisivi per qualità della vita quindi la funzionalità e la bellezza degli oggetti che ci circondano. Metafora efficace di un comparto economico quello del Facility, che si propone, ormai ufficialmente, come vero e proprio comparto industriale diventato fondamentale per la vita delle metropoli e del sistema produttivo del Paese.
Lorenzo Mattioli, presidente ANIP-Confindustria.