«Anche il comparto dei servizi guarda con estrema attenzione al passaggio del testimone che avverrà con le elezioni del prossimo 4 marzo. Come ANIP-Confindustria (Associazione Nazionale Imprese di Pulizia e Servizi Integrati) stiamo contribuendo attivamente alla piattaforma di proposte al governo e al Paese che il sistema confindustriale concretizzerà a Verona, il 16 febbraio, nell’Assise Generali».
Così, con Labitalia, Lorenzo Mattioli, presidente ANIP-Confindustria, fa il punto delle richieste dell’organizzazione di settore alla politica in vista delle elezioni politiche del 4 marzo.
«In questo momento, le nostre aziende scontano -continua Mattioli- un gap competitivo sul mercato, che non dipende più solamente dal loro operato: la politica, in genere, e chi ha responsabilità decisionali deve fare bene e presto. Rispetto a quello che avviene negli altri paesi europei, siamo indietro e abbiamo un ritardo strutturale da recuperare; abbiamo bisogno di stabilità e certezze, perché noi il nostro compito nei confronti del sistema Paese, responsabilmente, lo abbiamo e lo stiamo assolvendo».
E il settore economico rappresentato da ANIP-Confindustria ha delle esigenze ben precise per puntare allo sviluppo nei prossimi mesi. «Viste le specificità del comparto -sottolinea Mattioli- che vogliamo far emergere sempre più e modernizzare, cogliamo l’occasione per dire la nostra: non vorremmo essere percepiti come settore che mira all’assistenzialismo, ma come imprenditori la cui missione è, e sarà sempre quella di offrire prestazioni migliori alla collettività».
«Quei ‘servizi per la vita’ -aggiunge ancora il presidente della Confederazione- che sono diventati lo slogan di ANIP, consapevole dell’impatto che il facility management ha sulla vita di tutti noi, come cittadini e lavoratori che vivono le città e gli spazi pubblici ( ospedali, stazioni, uffici, teatri, musei, immobili privati…)».
ANIP-Confindustria è un’associazione di categoria relativamente giovane, nata nel 2015, «ma da subito -continua Mattioli- ha voluto essere un interlocutore con le istituzioni provando a far comprendere come ogni scelta, se non mirata, avrebbe avuto un impatto sul nostro settore”. “Ricordo che il rapporto tra imprese e committenza – precisa – è mediato e regolato da un nuovo codice degli appalti, oltre a far riferimento alle centrali di acquisto che, a parte qualche esempio virtuoso, stanno manifestando evidenti criticità”.
Il tema appalti è centrale per l’ANIP: «Il rischio, dunque, è di perdere una grande occasione. Senza mezzi termini, chiediamo al prossimo governo una ‘sterzata’ immediata sul codice appalti, rendendolo maggiormente aderente alle esigenze del mercato. Una semplificazione necessaria che l’attuale fase di ‘soft law’ non sembra poter ottenere», avverte.
«Quello che chiediamo -aggiunge il numero uno dell’organizzazione- è di contribuire innanzitutto ad una rivoluzione di pensiero e di impostazione. Oggi un approccio decisamente fuorviante parte dal presupposto che tutte le aziende, nel nostro settore in particolare, siano propense a pratiche scorrette per ottenere un risultato. Per questo, sembra siano nate la varie autority, e per questo oggi l’Anac diventa uno snodo centrale che tutto sovrintende».
«Con regole certe e chiare, non sarebbero necessari -spiega ancora Mattioli- centinaia di pareri e certificazioni di requisiti al giorno: oggi il ricorso all’aula di tribunale è la normalità, e questo sta bloccando il mercato. Lo dicono i numeri: le ultime cifre rese note sui contenziosi in seno a Consip, ad esempio, fanno registrare un aumento del 12%.Vuole dire che ci sono gare ferme per 2,3 miliardi. E sapete qual è il settore più litigioso? Quello dei servizi di pulizia e facility».
«Per usare un facile slogan, vorremmo -spiega ancora Mattioli- ‘meno contenzioso e più aggiudicazioni’. Ma in questo anche la politica e il governo devono aiutarci: un settore che vale circa 9 miliardi, oggi vive un nuovo ‘Far West’: sono portato a pensare che per il nuovo esecutivo, il prossimo presidente del Consiglio dovrebbe creare una delega per i Servizi. Non è una provocazione, ma un modo per rimarcare l’importanza sempre crescente di un settore per sua natura anticiclico e di forte impatto sociale. Cresce quando gli altri indicatori economici diminuiscono, per questo non possiamo più rimanere nel limbo».
Fonte: AdnKronos