Italia, rischio Paese e investimenti

Nuovo appuntamento con QUI LONDRA – rubrica curata da Claudio Cornini, fondatore della boutique finanziaria londinese Cornhill & Harvest. Una realtà che in partnership con ANIP offre un importante aiuto per lo sviluppo delle nostre imprese.

di Claudio Cornini, Director Cornhill & Harvest Limited

 

Il rischio paese – il country risk – è l’insieme dei rischi sistemici di un paese. E’ quello che viene valutato dalle “rating agencies” e in modo ancora più stringente dagli analisti “buy side”. Gli analisti, cioè delle case di investimento, quelli che devono percorrere – senza nessuna tentazione di analisi accademica – lo stretto sentiero tra la massimizzazione dell’utile e la minimizzazione del rischio.
Tipicamente uno dei rischi che costituiscono il country risk e’ il rischio valutario. I paesi hanno in genere un rating per le obbligazioni in valuta nazionale ed uno (più alto) per le obbligazioni in valuta estera. L’idea è che le obbligazioni in valuta nazionale possono essere sempre ripagate (stampando moneta), mentre quelli in valuta estera no, perché la valuta non è fabbricata in casa, ma va comprata.

Per i paesi dell’Eurozona però l’euro non è valuta domestica nel senso di valuta stampabile ad libitum. Neanche la Germania (che ha forte capacità di interdizione come maggiore azionista di minoranza del Condominio) ha poteri “positivi”, ma appunto solo “negativi”.

Ma succede una cosa curiosa. Nei momenti di crisi, come nei giorni della recente crisi politica sul l’immigrazione tra CDU e CSU, è normale che i tassi dell’euro crescano rispetto al dollaro . Meno ovvio è che i tassi sul rischio tedesco – all’interno dell’euro – diminuiscano. Il senso è che i mercati vedono la crisi immigrazione come un potenziale grimaldello della tenuta dell’UE e per estensione dell’Eurozona. Insomma in caso di crisi – anche se di origine oggettivamente tedesca – meglio comprare Bunds. E’ l’analisi di orizzonte strategico di Peter Chatwll di Mizuho, in una recente intervista a Reuters.

Anche nel breve pero’ gli analisti ritengono che acquistare Bund sia vincente. La BCE – si dice – seguiterà ad essere sottoinvestita in Bund, a causa del suo programma di sostegno alle economie europee più deboli, che proseguita’ almeno nel breve. I fondi alla ricerca di qualità, in disinvestimento dal debito pubblico dell’Italia, hanno spinto di 40 basis points al rialzo il rendimento dei Bund. Infine il bund ha un rendimento positivo a breve. Come hanno detto recentissimamente gli analisti Andrew Roberts e Giles Gale di Natwest “in condizioni normali facciamo utili [investendo in Bund], se il rischio aumenta ne facciamo di oiu’”.

Ciò detto per il rischio corporate Italia c’è ancora appetito – anche se un po’ più costoso. Ne approfittino le aziende per raccogliere funding.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *