Un mercato del lavoro equo e competitivo necessita di un dialogo sociale efficace al fine di contribuire al progresso economico e al benessere collettivo. Il dialogo sociale trova la sua base giuridica negli articoli 151-156 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE). Il relativo processo è stato avviato nel 1985 dall’allora presidente della Commissione europea Jacques Delors nella cornice del Castello di Val Duchesse e mirava a coinvolgere nei meccanismi del mercato interno le parti sociali, rappresentate dalla Confederazione europea dei sindacati (ETUC), dall’Unione delle industrie della Comunità europea (UNICE) e dal Centro europeo delle imprese pubbliche (CEEP).
In questa variegata cornice si inserisce il work programme “European social dialogue” per il 2019-2021 pubblicato a febbraio a quattro mani da BusinessEurope, CEEP, SMEunited ed ETUC il cui obiettivo principale è quello di rafforzare il dialogo sociale a livello sia europeo che nazionale e promuovere il ruolo e l’influenza delle parti sociali nazionali nel semestre europeo.
Il programma individua le sei priorità che guideranno il lavoro dei partners sociali europei nei prossimi anni: digitalizzazione; miglioramento delle performance del mercato del lavoro e del sistema sociale; forza lavoro qualificata; attenzione agli aspetti psicosociali e ai rischi sul lavoro; capacity-building per un dialogo sociale più forte; economia circolare. Per ciascuna priorità sono inoltre segnalati specifici strumenti attuativi.
Il mondo del lavoro sta subendo una trasformazione digitale non ancora compresa pienamente, a tal fine BusinessEurope e le altre parti sociali si impegnano ad organizzare uno specifico seminario e a negoziare un accordo quadro autonomo sulla digitalizzazione. Sempre per favorire il miglioramento del mercato del lavoro, le parti sociali si impegnano inoltre a coordinare una serie di incontri dedicati a problematiche quali la disoccupazione giovanile e le sfide demografiche.
Per rispondere al meglio alle sfide date dalla rivoluzione dell’industria 4.0, dalla digitalizzazione e dalla transizione ambientale, sociale e demografica è necessaria una forza lavoro sempre più qualificata. Il dialogo sociale e gli accordi collettivi ricoprono un ruolo primario nella governance dei sistemi di formazione, nella creazione di opportunità lavorative e nel miglioramento della formazione dei dipendenti. Questi saranno i temi ad oggetto del seminario di inchiesta che i partner sociali europei organizzeranno nel 2019 e che costituirà il presupposto di un report previsto per il 2021.
I rischi psicosociali sono identificati come una delle maggiori problematiche sul posto di lavoro, tanto da ripercuotersi non solo sui lavoratori ma anche sulle aziende causando assenteismo e turnover del personale. BusinessEurope e gli altri partners sociali organizzeranno un seminario al fine di individuare conclusioni condivise e delineare le azioni necessarie per affrontare il problema.
Inoltre, il work programme “European social dialogue” ha tra i suoi obiettivi il rinnovo del mandato del sottogruppo della “Commissione sul dialogo sociale” per rafforzare e supportare il dialogo sociale a tutti i livelli. Infine, per il 2021 è prevista la pubblicazione di un report che analizzi il contributo dell’economia circolare alla crescita e alla trasformazione dell’occupazione.
Tutte le sfide sopra citate avranno certamente ricadute sul settore delle imprese di pulizia e dei servizi integrati: perciò ANIP si adopererà a monitorarne l’evoluzione e a rappresentare il settore presso tutti i tavoli pertinenti, sia a livello nazionale che europeo.
di Luciano Stella, MUST & Partners