“Prorogare il provvedimento adottato nella scorsa finanziaria, senza accogliere nessuna delle istanze presentate dalle aziende, significherebbe non cogliere l’importanza e il peso di una scelta che, in nome della statalizzazione di 11.263 addetti già assunti con un contratto a tempo indeterminato, sta consumando una forzatura delle regole e della garanzia di avere i servizi di pulizia garantiti nelle nostre scuole”. Lo dichiara in una nota ANIP-Confindustria, l’associazione nazionale imprese di pulizia e servizi integrati aderente Confindustria. “In questi giorni, importanti emendamenti sono stati introdotti nel cosiddetto decreto ‘salva precari’ (ma che precari non sono in quanto tutti assunti con contratto a tempo indeterminato dalle aziende) che prevede l’internalizzazione degli addetti ai servizi di pulizia nelle scuole italiane. Gli interventi emendativi ammessi – prosegue la nota – confermano le nostre perplessità in merito all’intenzione del governo di assumere 11263 persone: scelta che non migliorerà la qualità dei servizi, ma che anzi determinerà inutilmente un aggravio di costi sulle casse pubbliche, senza voler parlare poi del caos per le imprese costrette a licenziare, per volontà dello Stato, gli oltre 16mila addetti impiegati negli appalti. A tutto cio’ si aggiungono i costi per le indennità di disoccupazione che le aziende saranno costrette a pagare pur non avendo deciso di licenziare”.
Commenta il presidente di ANIP-Confindustria, Lorenzo Mattioli: “Gli emendamenti accolti per la discussione in aula – prosegue Mattioli – prevedono lo slittamento delle assunzioni al mese di Marzo 2020 e la possibilità di essere assunti anche al di fuori dell’ambito provinciale di residenza. Si tratta di una risposta ai nostri dubbi, ma che ne apre inevitabilmente altri. Chi coprirà i costi per gli stipendi visto il nuovo termine? Chi garantirà realmente i servizi alle scuole e alle famiglie? Ancora una volta non viene realizzata alcuna valutazione su costi e benefici, procedendo al buio. Riteniamo l’internalizzazione dei Servizi un pericoloso passo indietro, pensando soprattutto a quanto potrebbe accadere in prospettiva. Recentemente il ministro della Funzione Pubblica ha parlato di valutazione dei servizi da parte dei cittadini: ci sembra una cosa da accogliere e seguire con molto interesse, ma che contrasta nettamente con l’idea di internalizzare i servizi, un ritorno allo statalismo che mette a rischio i principi di efficienza e il contenimento della spesa. Le imprese da anni impegnate nell’outsourcing si sono ormai specializzate e vogliono essere valutate in una cornice di regole certe. La Scuola dovrebbe occuparsi di formazione, non di gestire le pulizie nei plessi scolastici. E invece assistiamo all’internalizzazione che crea esuberi e inefficienza.”