Non si ferma la mobilitazione di ANIP-Confindustria nel tentativo di spiegare al Paese quali siano i danni creati dal processo di internalizzazione delle pulizie scolastiche dopo lo stop degli appalti. Oggi l’intervista sul Corriere Mezzogiorno.
Di seguito il testo dell’intervista.
Presidente Mattioli ci può spiegare cosa sta succedendo? Perché le aziende sono allarmate?
Sta accadendo quello che abbiamo sempre temuto, ovvero che i risparmi dell’internalizzazione sbandierati da chi ha voluto questo provvedimento non ci saranno. L’unica verità è che il tornaconto politico viene massimizzato, mentre si socializzano le perdite. Questo accadrà se per i 4mila esuberi ( ricordo che il concorso prevede l’assorbimento di circa 12mila addetti contro i 16mila impiegati a tempo indeterminato negli appalti di pulizia scolastici) verrà disposta la cassa integrazione come emerso nell’estenuate tavolo di trattativa al ministero del Lavoro, un confronto che avviene a 48 ore dall’entrata in servizio dei bidelli di Stato. Una scelta miope, un passo indietro per il Paese che con l’esternalizzazione ha visto crescere la qualità dei Servizi erogati in ogni ambito. Dell’inganno si stanno accorgendo anche i lavoratori, ora che il peggio sembra purtroppo avverarsi nonostante da mesi cerchiamo di fare aprire gli occhi al Paese. Vorrei però lanciare un ultimo appello: è il momento della verità e della responsabilità, e noi siamo pronti a farcene carico. Solo seriamente possiamo risolvere questa vicenda, ma vedo che nel gorgo dell’irresponsabilità sono finiti in molti, giocando sugli equivoci.
Più volte vi siete appellati al confronto politico, ma con quali risultati?
Pochi si rendono conto dell’importanza dei Servizi in Italia, anche in questo periodo di grande preoccupazione per le condizioni igienico-sanitarie del Paese determinate dalla paura del Coronavirus: da una parte tutti chiedono alle imprese di essere professionali per via del know how acquisito nel campo dell’igiene, dall’altra invece non si vuole che le imprese continuino a garantire l’igiene sanitaria della scuole. Un atteggiamento che ritengo punitivo e che ha giocato su una equazione falsa, ovvero che impresa fosse uguale a spreco di denaro e precarietà. Semmai è il sistema degli appalti pubblici ad essere precario per mancanza di regole. E proprio chi adombra tutto ciò, chi demonizza le imprese in maniera demagogica, propone oggi il palliativo – irricevibile – della cassa integrazione per chi è escluso dall’internalizzazione, mentre dispone l’assunzione pubblica con stipendi più bassi di un reddito di cittadinanza. Il nodo sta proprio qui: pagheremo la mancata comprensione, da parte della politica, di una manovra voluta da incompetenti senza una accorta analisi costi-benefici. Un boomerang per chi pensava al mero tornaconto politico, oggi pagato da tutti gli italiani sulle cui tasche graveranno gli ammortizzatori sociali. ANIP-Confindustria non si è mai nascosta, ha sempre detto di non voler accettare accordi al ribasso.
Cosa accadrà da lunedì prossimo nelle scuole italiane?
Sembrerà assurdo, ma non ci è dato saperlo: intanto assistiamo ad una pericolosa sospensione dell’articolo 32 della Costituzione, visto che il diritto alla Salute è in capo alla Repubblica ma l’internalizzazione creerà totale confusione sulle competenze. Oggi toccherebbe alle scuole, tra i mille problemi da affrontare, garantire la salubrità degli ambienti, organizzare le pulizie, acquisti e forniture: mi pare una evidente follia.
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