In questi giorni, difficili per tutti, c’è un’emergenza nell’emergenza. Le nostre imprese sono impegnate in una campagna di sanificazione senza precedenti, un’azione fondamentale per tenere lontano il rischio di contagio da Coronavirus. Un nemico silenzioso e micidiale che noi non possiamo combattere standocene a casa. Il dramma che stiamo vivendo, da protagonisti della guerra per Salute dell’Italia, è quello di non avere a disposizione i più semplici dispositivi di protezione individuale per i nostri addetti. Un esercito silenzioso di uomini e donne sta combattendo letteralmente a mani nude, quelle ‘buone mani’ che vogliamo garantire a chi ne ha bisogno. Nelle corsie d’ospedale, nei reparti, negli uffici, nelle fabbriche, sui mezzi di trasporto, nelle strade: chi sanifica, pulisce, garantisce il decoro e gestisce immobili e spazi pubblici e privati, residenze per ammalati e persone in condizioni di fragilità, si trova oggi ad affrontare enormi rischi nell’espletamento di mansioni la cui intensità oggi è incredibilmente aumentata.
La nostra opera – oggi più che mai – è un servizio fondamentale per il Paese e, al pari di quello Sanitario, non si può fermare. Siamo un’argine alla pandemia che ancora non mostra cenni di recessione, siamo il primo mattone per l’igiene pubblica, ma il Governo non ne tiene conto. Il protocollo per la sicurezza dei lavoratori firmato solo pochi giorni fa, per noi sembra non valere: non esiste un canale di approvvigionamento certo per dotarci di mascherine sicure anzi, siamo costantemente a rischio speculazione in un mercato impazzito.
L’appello è quello di tenere unito il comparto e la filiera, mai come oggi fondamentale per consentire di prenderci cura dell’Italia.
Il rischio, però, è che tra pochi giorni le maestranze non saranno più protette: niente mascherine, camici o guanti. A fronte di chi ci chiede di moltiplicare il nostro impegno, saremmo costretti a chiudere. E con noi il Paese. Il decreto ‘Cura Italia’ ha messo l’accento sull’importanza della sanificazione, ma ci lascia senza armi: è il momento della solidarietà, della responsabilità e del coraggio. Le nostre imprese e i nostri lavoratori non possono essere lasciati soli.
Lorenzo Mattioli, Presidente di ANIP-Confindustria