Per la prima volta in assoluto il centro ricerche Cresme ha presentato uno studio sul mercato dei Servizi in Italia, fornendo un quadro del comparto grazie alla collaborazione con il promotore del report, Confindustria Servizi HCFS, la federazione presieduta da Lorenzo Mattioli che riunisce le più importanti associazioni di imprese del settore. “Pulizia, igiene e sicurezza: il nuovo mercato dei Servizi in Italia”, questo il titolo dell’indagine, fornisce in maniera scientifica i dati del mercato e le possibili richieste di servizi da parte di ogni segmento (scolastico, ospedaliero, alberghiero, commerciale…) quantificando superfici ed importi necessari per la sanificazione. Emerge, complessivamente, che ci sono oltre 2 miliardi di metri quadri di superfici da sanificare, e che occorrerebbero almeno 2,5 miliardi di euro per rispondere a tale esigenza considerando che tale operazione costa tra 1,20 e 1,50 euro per metro quadro. Da qui è possibile calcolare i costi di ogni settore, in base alle superfici che ne compongono il patrimonio immobiliare. Per sanificare e pulire gli uffici occorrerebbero, al netto di IVA, 148 milioni di euro per superfici di circa 135 milioni di metri quadri; per gli ospedali 35,8 milioni di euro (superficie circa 33 milioni di metri quadri); per le scuole 101, 3 milioni di euro (superficie 93 milioni di metri quadri); per gli alberghi 73 milioni di euro ( corrispondente ad una estensione di 67 milioni di metri quadri). Arriva a 403 milioni di euro la stima per sanificare le superfici commerciali ed oltre un miliardo di euro per l’Industria.
QUI il video integrale dell’evento
Sono intervenuti all’evento online : Lorenzo Mattioli (Presidente Confindustria Servizi HCFS – Hygiene, Cleaning & Facility Services, Labour Safety Solutions); Paolo Valente (Direttore LiFE | Labour Intensive Facility Event); Lorenzo Bellicini (Direttore CRESME ), Francesco Boccia (Ministro Affari Regionali); Ettore Rosato(Vicepresidente della Camera dei deputati). Emilio Della Cagna, presidente ONBSI, Piero Auletta, Marco Benedetti e Marco Marchetti in qualità di Vicepresidenti Confindustria Servizi HCFS e presidenti, rispettivamente, delle associazioni UNIferr, ANID e Assosistema. Inoltre Massimiliano Fabbro (presidente ANIR- Associazione nazionale imprese della ristorazione).
Gli esponenti politici presenti hanno avuto modo di conoscere e approfondire il comparto e le tematiche che maggiormente lo riguardano. Il ministro Boccia considera “Importante individuare standard per il comparto del cleaning. Con il decreto semplificazione lavoreremo per aumentare la qualità e la risposta alla richiesta dei Servizi nel Paese”. Ettore Rosato ha voluto ringraziare “I lavoratori dei Servizi che durante l’emergenza hanno lavorato con impegno e abnegazione provvedendo a pulizia e sanificazione di ospedali, mezzi di trasposto pubblico, luoghi di lavoro. Nel comparto dei Servizi serve professionalità, ed oggi ce ne rendiamo realmente conto”. Il vicepresidente della Camera ha anche stimolato le imprese a misurarsi su un piano non solo nazionale, ma a inserirsi in un mercato più ampio anche grazie alle risorse che potrebbero giungere con il Mes.
Contesto della Ricerca:
Gli occupati nei servizi sono più di 16,4 milioni e rappresentano il 70% degli occupati in Italia. Per fare un raffronto con gli altri settori: gli occupati nell’industria sono il 20%; gli occupati nelle costruzioni il 6%, gli occupati nell’agricoltura il 4%. Inoltre il peso percentuale dell’occupazione terziaria sul totale dal 2008 al 2019 è cresciuto di 3 punti percentuali.
I servizi sono stati il motore della crescita occupazionale negli anni della crisi
Tra 2008 e 2019 gli occupati nei servizi sono cresciuti di oltre un milione di unità (1.053.418) con un tasso di crescita del 6,9%; nello stesso periodo l’industria ha perso 225.000 occupati (una parte non piccola nei settori legati alle costruzioni) e le costruzioni hanno perso oltre 613.000 occupati. (Nell’agricoltura l’occupazione è cresciuta del 6,4%, poco meno di 55.000 unità).
In sostanza i servizi sono il motore occupazionale dell’economia italiana; il nodo centrale dell’offerta di lavoro vede il settore terziario protagonista della ripresa dell’economica.
In questo contesto CONFINDUSTRIA SERVIZI HCFS rappresenta un bacino 53.500 imprese, 532.500 addetti; 21,2 miliardi di fatturato. Per entrare nello specifico: Il settore dei servizi di pulizia e di facility services integrati assorbe la quota principale del mercato, pari in base alle stime a 35mila imprese e 470mila addetti, pari al 65% delle imprese ma a più dell’88% dei relativi addetti. L’ambito dei servizi di lavanderia, industriale e non, e di noleggio biancheria, vanta 17mila imprese attive e 49mila addetti, ovvero il 32% delle imprese poco meno del 10% degli occupati. I servizi di sicurezza sul lavoro contano circa 1.000 imprese e 7.000 addetti (meno del 2% e poco più dell’1% rispettivamente delle imprese e degli addetti totali); mentre i servizi di igiene in ambito sanitario sono una nicchia specializzata di mercato rappresentata da circa 200 operatori con circa 4.700 addetti.
Dichiara Lorenzo Mattioli, presidente di Confindustria Servizi HCFS (Hygiene, Cleaning & Facility Services, Labour Safety Solutions) ed ANIP-Confindustria. “Con questa ricerca offriamo al Paese tutte le potenzialità di un settore dimostrandone plasticamente la forza e l’importanza. Se il 70% degli occupati passa per il nostro comparto, ma chi Governa non interviene per tutelarlo e valorizzarlo, vuol dire che c’è un problema. Non vorremmo che, svanita l’enfasi degli eroi ‘invisibili’, penso ad esempio agli operatori impegnati in prima linea per la sanificazione degli ospedali, si prosegua con il solito sistema che alimenta gare al ribasso e scarsa trasparenza. Quello che serve, e che ancora non vediamo, è un impegno per una legge quadro sui Servizi, per la definizione di un codice degli appalti che prenda in considerazione le specificità del settore e non solo gli appalti per opere di costruzioni. Manca l’attenzione verso uno dei più grandi rischi: che nel nuovo mercato della sanificazione possa entrare qualsivoglia operatore privo di requisiti. Come federazione confindustriale dei Servizi abbiamo detto chiaramente al Paese quanto denaro occorre per sanificare l’Italia: 2,5 miliardi di euro a fronte dell’unica misura messa in campo, quella del credito d’imposta del 60% e del fondo Inail. Nel recovery plan dell’Italia noi siamo l’architrave, ma nessuno ci ha coinvolto nelle task force che hanno cercato di programmare la Fase 3. Vediamo il rischio di una deriva assistenzialista che rischia di disincentivare i settori ad alto tasso di manodopera, e non possiamo permettercelo come sistema Paese: in quanto federazione di Confindustria sosterremo il nuovo corso del Presidente Bonomi cercando un dialogo con il Governo e lanciando proposte concrete su basi concrete. Come quelle contenute nella ricerca del Cresme dalla quale c’è molto da prendere per progettare la cura degli spazi pubblici, delle scuole, dei luoghi di lavoro, degli ospedali. Insomma, del cuore pulsante di un’Italia che chiede di ripartire”.
Dichiarazione Lorenzo Bellicini, direttore Cresme: “Dalla ricerca emerge come, nello scenario economico attuale, i servizi rappresentino il motore della crescita per il Paese. Era vero prima della pandemia, e lo sarà anche dopo. Il 70% dell’occupazione è nei servizi, e i servizi stanno anche vivendo profondi cambiamenti con l’accelerazione del lavoro in remoto, e una accelerazione delle dinamiche organizzative dovute a nuove modalità di workplace management che arricchiscono il mercato dell’integrated facility management. Inoltre alcune tipologie di servizi sono diventati più importanti, strategici in questa fase, e tra questi sono certamente i servizi di pulizia e sanificazione, fondamentali per tornare alla vita normale. Si tratta di una attività che è cresciuta con la crisi, e questo ha aperto un ulteriore mercato e bisogna stare attenti che la sanificazione sia condotta da personale e imprese con caratteristiche professionali specifiche, mentre assistiamo all’ingresso di soggetti privi di requisiti, con tutti i rischi che possiamo immaginare. E’ stato inoltre importante, misurare le superfici da sanificare, in particolare nei settori più critici (vedi scuole, ospedali ed RSA), perché qui un intervento corretto e misurato, con le risorse necessarie è fondamentale per la ripartenza in sicurezza. Il nostro studio misura le dimensioni di questo mercato”.
Apprezzamento per l’iniziativa è stato espresso da tutti i presenti, in primis i vicepresidenti di CONFINDUSTRIA SERVIZI HCFS e dal presidente della neo nata associazione della ristorazione collettiva (Anir) Massimiliano Fabbro.