Mentre da più parti si raccolgono i cocci di una Italia letteralmente da ricostruire per effetto del Covid, il mondo dei servizi, stando a tutte le ricerche disponibili, si conferma motore dell’occupazione con 16,4 milioni di addetti (il 70% dei lavoratori del paese) crescendo di un milione di unità nell’ultimo decennio mentre industria e costruzioni insieme hanno perso pressappoco la stessa quantità di impiegati. La recente adesione ad ANIP Confindustria da parte di Rekeep conferma una evoluzione continua in corso nel settore da almeno 15 anni come testimoniano due dei protagonisti di questa mutazione, Claudio Levorato, presidente della holding che controlla Rekeep, e Lorenzo Mattioli, presidente di Confindustria Servizi Hcfs.
Origini venete ma bolognese d’adozione, Claudio Levorato ha traghettato uno tra i più grandi associati della Lega delle cooperative nel mondo confindustriale iscrivendo l’azienda in ANIP-Confindustria, l’associazione di settore guidata Mattioli. Levorato, classe ’49 e che orgogliosamente nel curriculum annovera un impiego da operaio tipografo e da funzionario presso la Lega Nazionale Cooperative e Mutue prima di prendere le redini di quella che era una piccola cooperativa di servizi bolognese, ha capito da tempo che quel modello societario “che inibisce qualsiasi apporto di capitale di rischio” in un contesto come quello italiano caratterizzato da “un rifiuto quasi ideologico da parte di Legacoop di cambiare seriamente la legge sulla cooperazione” non sarebbe andato troppo lontano. “Ancora oggi – spiega Levorato – il capitale di rischio non viene considerato, e questa inibizione porta a un eccessivo indebitamento, in una parola alla crisi o alla liquidazione di molte aziende cooperative”. La diversità di vedute con il ‘sistema’ cooperativo non scoraggia di certo Levorato, che letteralmente inventa nel 2003 un sistema gestionale mutuato dalle più evolute esperienze europee e nord americane, contribuendo così alla nascita e alla crescita di Rekeep, uno dei principali player a livello europeo del settore dell’Integrated Facility Management, che oggi conta oltre 11mila addetti nel multiservizi, ma che nel complesso arriva a 27mila lavoratori in tutta Europa, con oltre un miliardo di euro di fatturato. Pulizie, gestione energia, manutenzione: il colosso del Facility entra nella squadra confindustriale in un momento delicato, per il Paese e per il comparto di riferimento. ”L’occupazione nei servizi è quella prevalente in Italia – spiega Levorato – mentre i contratti collettivi sono figli di quella che definirei la ”logica dell’officina”. Intendo dire che vanno resi più moderni, più flessibili per andare incontro alle mutate esigenze sociali. Non la flessibilità temuta dai sindacati, ma quella che sposa le esigenze dei lavoratori, anche quelle familiari, consentendo l’accesso al mondo del lavoro a fasce di popolazione che ora ne sono escluse.”. E come si arriva a Confindustria?“Per qualche anno siamo stati apolidi – scherza il capo della holding dei multiservizi – ma c’è bisogno di una rappresentanza forte, di imprese che esprimano proposte di qualità. ANIP (associazione nazionale imprese di pulizia e servizi integrati, ndr) è l’associazione più autorevole nel comparto e oggi ci sono nodi storici da sciogliere per regolare il mercato”.
“Dietro questo esercito di lavoratori – spiega Lorenzo Mattioli, presidente ANIP e della federazione Confindustria Servizi HCFS – c’è una schiera di 55mila imprese, dalle micro ai colossi che superano i confini nazionali, realtà con fatturati imponenti e la responsabilità di migliaia di famiglie da sostenere. Annoverare Rekeep tra le nostre associate è un onore, e pensiamo che con il loro contributo saremo in grado di migliorare il mercato ed essere più forti per non subire gli scossoni che inevitabilmente si registreranno, soprattutto se perdurerà l’attuale assetto economico governato dal tema degli aiuti a pioggia e senza una precisa visione di crescita. Penso che la rappresentanza sia oggi più che mai importante, e Confindustria nell’ambito dei Servizi, può crescere molto portando in dote le proprie proposte industriali per la crescita del Paese. Una legge che tuteli e valorizzi i servizi, un codice degli appalti meno ‘lavori-centrico’. Le nostre idee – dice Mattioli – oggi possono essere la base per la ripartenza legate ad un grande progetto per i servizi che sfrutti al meglio le risorse europee. Vogliamo prenderci cura del Paese, degli spazi e delle persone. Non siamo più invisibili e lo dimostra il riconoscimento del presidente Mattarella ad una addetta della pulizia: occorre dare valore alle imprese dei servizi in una ottica moderna, flessibile e coraggiosa”.