Una grande piattaforma programmatica offerta dal sistema confindustriale al prossimo governo: l’Assise Generali 2018 tenutasi a Verona il 16 febbraio mette al centro tutti i settori economici delineando un quadro chiaro di crescita per il paese. grazie a presenze importanti. Pensiamo all’ex presidente della commissione europea Manuel Barroso ed allo studioso Marc Lazar, Confindustria ha potuto parlare dell’Italia non soltanto prefigurando azioni rivolte al suo interno, ma di un complesso di iniziative che la possano far apprezzare a livello europeo e mondiale.
Per sintetizzare il complesso dibattito affrontato su temi geoeconomici e geopolitici, si può dire con molta efficacia: l’Europa ha bisogno di un’Italia forte, così come l’Italia necessità di un’Europa più stabile. (qui il documento delle Assise)
Complessivamente sono stati coinvolti 8500 imprenditori, ci sono stati 750 interventi di proposte e indicazioni di policy, e sono stati raccolti 90 documenti con contributi scritti da parte di imprese e di associazioni. L’Assise ospitata a Verona in uno dei poli fieristici più importanti d’Europa ha testimoniato sulla vitalità e la voglia di partecipare al destino del Paese da parte di tutte le imprese italiane che hanno abbracciato la ricetta che si articola sul lavoro, crescita e riduzione del debito.
Il documento finale dal titolo “la visione e la proposta” è stato ampliamente illustrato dall’intervento di un applauditissimo Vincenzo Boccia, che ha riassunto i concetti emersi durante il lungo cammino dei quattordici appuntamenti territoriali pre-Assise e le modalità con cui gli obiettivi si potranno raggiungere. Si fonda su «tre missioni-Paese con effetti quantificati sull’economia reale, tre attori principali e sei assi prioritari di intervento. I capisaldi: un’Italia che include più lavoro per i giovani; un’Italia che cresce di più e in modo costante; un’Italia che rassicura, con il graduale rientro del debito pubblico».
La prima missione dunque, è raggiungere tra 5 anni un tasso di occupazione più alto di almeno 5 punti, con una disoccupazione giovanile che scenda di almeno 15 punti. Il tasso di disoccupazione deve scendere sotto al 7%, creando in un quinquennio almeno 1,8 milioni di posti di lavoro.
La seconda missione è realizzare un tasso di crescita del PIL di almeno il 2% in media d’anno per i prossimi 5 anni.
La terza missione-Paese è far scendere il rapporto debito/Pil di almeno 20 punti in cinque anni.
Gli attori dello sviluppo saranno certamente: le imprese, l’Europa e la politica nazionale.Per Confindustria bisogna agire su «sei assi prioritari: l’Italia più semplice ed efficiente; prepararsi al futuro; un paese sostenibile; l’impresa che cambia e si muove nel mondo, fisco a supporto di investimenti e crescita, Europa miglior luogo per fare impresa». Temi, peraltro, che sono stati oggetto di sei tavoli tecnici celebrati a Verona aperti agli imprenditori associati. I sei assi non guardano a singoli settori, ma ai fattori che sono cruciali per la competitività, poiché creano il contesto di riferimento per assumere di più e meglio, e operare in ambienti economici certi ed efficienti. Agire lungo le sei direttrici proposte non solo è possibile, ma è necessario.
«Su questa piattaforma – ha ribadito il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia – apriremo un confronto con il nuovo Governo. Non siamo contro nessuno ma tifiamo Italia: vorremmo che il nostro piano di medio termine fosse oggetto di dibattito con i partiti che si candidano alla guida del Paese».