“Non c’è ripresa della vita economica e sociale del Paese se non ci sarà una corretta opera di sanificazione condotta da imprese serie, responsabili e professionali. Il risanamento dell’Italia ci trova in prima linea, anche se vediamo in giro troppi soggetti improvvisati e, purtroppo, il grande rischio che nella macchina degli aiuti e sulle imprese già in difficoltà si innestino gli appetiti del malaffare.
Come associazione che raccoglie le imprese di pulizia e servizi integrati aderenti a Confindustria, espressione di un comparto da oltre 21 miliardi di fatturato e 523mila addetti, sentiamo di dire a tutte le altre imprese ed alle istituzioni che la ripartenza è in buone mani grazie alle aziende dei servizi serie e competenti, che operano attraverso personale sempre più preparato e specializzato. L’emergenza Covid sta cambiando anche i settori labour intensive, sempre più consapevoli della necessità di mutare approccio, tant’è che si registrano nel nostro settore adesioni importanti alle sperimentazioni di tecnologie ‘anti Covid’ in grado di garantire la ripartenza in sicurezza.
Prendiamo atto, però, come da parte del Governo siamo ancora visti come interpreti passivi del cambiamento: nessuno ci ha coinvolto nella task force per la cosiddetta fase 2, ben sapendo che alle nostre aziende spetta il compito di garantire igiene, pulizia e sanificazione. Ancora più stonate, poi, le tentazioni stataliste che, seppur palesemente inadeguate, ancora si affacciano in ambito politico. Mentre il Paese rischia il default, leggiamo che si vuol procedere ad una ulteriore internalizzazione beffa dei servizi di pulizia nelle scuole, in spregio al buon senso, alla professionalità ed al principio di economicità che tale scelta ha già palesemente travalicato lasciando senza lavoro 4mila persone che un lavoro lo avevano”. Lo dichiara in una nota Lorenzo Mattioli, presidente di ANIP-Confindustria (Associazione nazionale imprese di pulizia e servizi integrati di Confindustria).