“Siamo letteralmente scioccati per come le imprese vengono colpite dal Governo in questo momento di grave crisi determinata dal Coronavirus. Adesso si vuole rendere responsabili i datori di lavoro (penalmente e civilmente) di eventuali contagi che dovessero colpire lavoratrici e lavoratori, anche al di fuori del contesto aziendale, pur nel caso le aziende rispettino procedure e protocolli di sicurezza. Per le imprese dei Servizi che occupano 500mila persone, molte delle quali impiegate nei servizi di pulizia, igiene e sanificazione, tutto ciò è insostenibile. Si fa fatica a trovare dispositivi di protezione individuale mentre continuiamo a garantire servizi fondamentali in contesti di alto rischio infettivo. Il combinato disposto tra Inail e decreto Cura Italia rischia di far collassare il comparto e il Paese . Il Governo da un lato prova a rispondere all’emergenza, dall’altro non vede le condizioni paradossali che si stanno determinando: il Garante della Privacy ha chiarito che il datore di lavoro non può imporre test sierologico al dipendente. Ne deriva che non esiste la possibilità, per chi in questo momento sta salvaguardando occupazione ed economia, di tutelarsi. Ci auguriamo che si trovi un punto di equilibrio tra diritto alla salute e la necessità di far ripartire il Paese”. Lo dichiara in una nota il presidente di Anip-Confindustria (Associazione nazionale imprese di pulizia e servizi integrati) Lorenzo Mattioli.