“L’importanza della sanificazione viene sempre più rimarcata a livello nazionale e internazionale. Si tratta di una procedura fondamentale per combattere il coronavirus, come sottolineano sia l’Inail nel documento di ‘gestione delle operazioni di pulizia, disinfezione e sanificazione delle strutture scolastiche’, sia le linea guida dell’American Academy of pediatrics’ e, su tutti, l’Istituto superiore di sanità. Eppure nel nostro Paese si fatica a concepirlo come uno strumento chiave, relegandolo ad ulteriore incombenza per i dirigenti scolastici e per non ben identificati ‘addetti’ privi delle necessarie qualifiche per gestire strumenti professionali e sostanze chimiche da utilizzare“. Lo dichiara Lorenzo Mattioli, presidente di CONFINDUSTRIA Servizi HCSF (HYGIENE, CLEANING & FACILITY SERVICES, LABOUR SAFETY SOLUTIONS), la federazione confindustriale che, tra le altre, raccoglie le imprese maggiormente sensibili al tema della sicurezza degli utenti e dei lavoratori, vale a dire gli operatori delle pulizie, igiene e sanificazione, e quelli della refezione scolastica.
“A pochi giorni dalla riapertura – sulla quale incombe un sicuro immediato stop dovuto alle elezioni – assistiamo alla corsa per nuovi spazi in attesa di banchi monoposto, mentre non si comprende la necessità di mettere in campo un grande progetto per la sanificazione, da considerare come vero e proprio presidio sanitario, da agevolare sino a quando dovremo convivere con il virus. E’ necessario promuovere la sanificazione come atto di tutela della salute, di civiltà e rispetto verso la comunità scolastica composta da lavoratori, studenti di ogni ordine e grado e famiglie, inserendola in un progetto complessivo per il Paese. Un grande cantiere da realizzare anche attraverso i fondi europei che saranno messi a disposizione. Ci auguriamo – conclude Mattioli – di poter partecipare ad un tavolo istituzionale per far comprendere al governo, cosi come al Comitato tecnico scientifico coordinato da Agostino Miozzo, che occorre aiutare la scuola attraverso servizi offerti in maniera professionale, lasciando ai dirigenti scolastici il compito primario di organizzare al meglio l’aspetto didattico, culturale e sociale che l’Istruzione incarna. Ad oggi, infine, non sappiamo nemmeno chi si occuperà di sanificare le scuole”.