Si è tenuto lo scorso 19 Maggio il convegno “La riforma del codice dei contratti pubblici: una grande occasione per il mercato della domanda pubblica”, un’occasione di analisi e di scambio di idee, in vista dell’articolata regolamentazione attuativa e delle linee guida che l’ANAC sta elaborando. Un momento per riflettere sui profili cardine della riforma per la buona riuscita della “grande scommessa”, che sta investendo il funzionamento del mercato della domanda pubblica, un dibattito in cui non sono mancati interventi critici.
L’entrata in vigore del nuovo Codice dei contratti pubblici rappresenta una grande opportunità di trasformazione del mercato della domanda pubblica”, così Vittorio Di Paola, presidente del Comitato tecnico Infrastrutture, Logistica e Mobilità di Confindustria nel suo intervento al convegno organizzato da Confindustria. “Confindustria apprezza – spiega Di Paola – l’intento del nuovo Codice, che punta a rivedere e razionalizzare la normativa degli appalti pubblici. Pienamente condivisi sono alcuni aspetti innovativi come la qualificazione delle stazioni appaltanti, in modo da limitare il rischio di contenziosi e aggiudicazioni errate; la qualificazione delle imprese, anche attraverso il rating reputazionale; la previsione del debat public per le grandi opere infrastrutturali e l’affermazione della centralità del progetto, che è strumento fondamentale intorno cui costruire una migliore e più qualificata domanda pubblica, ricorrendo in via prioritaria al mercato e utilizzando le migliori innovazioni disponibili. Un buon progetto riduce infatti i costi, economici e temporali, connessi a una “mala-progettazione”. Il che vuol dire meno riserve, meno varianti, meno ribassi che spiazzano le imprese più sane a vantaggio di quelle che utilizzano comportamenti sleali.
Profili di criticità – sottolinea Di Paola – contiene la disciplina del subappalto, nettamente più restrittiva rispetto a quanto previsto dalle Direttive Ue. Subappalto e qualificazione, ad avviso di Confindustria, devono trovare un equilibrio coerente. Negativo anche il giudizio sulla disciplina delle procedure negoziate: mantenere la soglia a 1 milione di euro limita sensibilmente il principio di tutela della concorrenza e della trasparenza dei procedimenti amministrativi, con effetti non positivi sul piano della legalità e dei costi. Resta determinante il ruolo centrale delle Linee guida affidate all’ANAC, che, da un lato, dovrebbero intervenire sui profili della riforma di più elevata criticità per un corretto funzionamento del mercato secondo logiche di concorrenza e trasparenza e, dall’altro, dovrebbero raggiungere l’obiettivo di semplificazione del quadro normativo e di un livello accettabile di certezza del diritto. Si tratta, conclude Di Paola, di una sfida impegnativa.
L’Intervento di Cantone presidente dell’Anac, l’autorità anti corruzione presente al Convegno ha richiamato tutti alla calma
“Sono molto preoccupato da come si sta recependo il Codice degli appalti. Se lo accogliamo con la faccia storta sarà un fallimento sicuro. Questa confusione, si è creata anche per “la scarsa conoscenza del Codice: ci sono norme scritte male che creeranno problemi ma l’impianto è coraggioso. Le norme sono state stimolate da tutti gli attori in campo. Anche sul massimo ribasso sento una lamentazione eccessiva, prima erano tutti contro ora lo rimpiangono tutti”.
Insomma, il codice per farcela dipende anche da come lo accogliamo.